Nautilus e l’abbraccio a Piazza Immacolata a Desirée

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Oggi pomeriggio le donne e gli uomini che compongono Nautilus parteciperanno all’abbraccio, ideale e collettivo, che San Lorenzo e Roma daranno a Desiree dalle 18,00 a piazza dell’Immacolata.
Ci è voluto un po’ per far emergere in noi delle parole. La prima sensazione, la prima emozione, la prima immagine che si è formata in noi, rimanendo lì per giorni e ore, aveva solo le sembianze di un buco nero.

Un buco nero. Un buco nero, prima di essere un luogo fisico in cui si agiscono violenza e morte, è molto altro. Esso genera altrove. Genera nella famiglia, nelle istituzioni e nelle relazioni; e nella loro assenza, maggiormente. Genera e si espande laddove non esiste un luogo-altro, bianco o grigio che sia, a cui affidarsi ed in cui riporre, in mani capienti e presenti, le proprie fragilità. Genera nello stigma: laddove la società giudica e criminalizza le tue azioni, e puntandoti contro cento dita nel nome della morale ti isola, ti spinge più in là, verso quel buco nero, finché anche tu stesso credi di poter e dover appartenere soltando a quella dimensione. Genera nell’ignoranza, laddove sul tuo percorso trovi facilmente l’eroina ma non trovi nessuno che ti dica che esistono luoghi e servizi che ti possono accogliere in maniera diversa; nessuno che ti dice che esistono conoscenze, strumenti e farmaci che ti possano salvare facilmente e permetterti di sopravvivere, dandoti la chance di affrancarti un domani, in piena salute, dalla sostanza. Genera dalla violenza di genere, quella muffa venefica che cresce incontrollata, ancora, annaffiata dalle acque reflue che provengono da ogni parte: dalla famiglia, da chi hai attorno, dalla cultura dominante, dalla politica, dalle religioni, dalla imperante oggettificazione dei corpi. Nei buchi neri il “come” ed il “dove” assumono un significato relativo. E’ terribile ed importante invece il processo della loro genesi; è spaventosa la loro forza gravitazionale, quella capacità di attrarre in sé ogni cosa e non rilascarla più. Noi speriamo che, oltre alla doverosa giustizia, che a te purtroppo non restituirà quanto hai perduto, domani in questo paese ci sia un momento in cui riusciremo tutt@ ad iniziare a ragionare ed agire sulle cause prime dei buchi neri. Per te, per chi verrà e sarà come te, per chi già lo è, per tutte le donne, per tutte le persone che vivono un disagio ed a cui colpevolmente permettiamo di trovare un riparo solo in un buco nero. Non è aria, ma ci speriamo. Ciao. Ciao.