Cargiver ed esposizione mediatica ai tempi del Coronavirus

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Cargiver ed esposizione mediatica ai tempi del Coronavius

Tutti noi genitori o caregiver stiamo facendo il possibile per non far soffrire i bambini in questo periodo. Si tratta infatti di un momento difficilissimo a causa del Coronavirus che ci ha chiusi in casa in quarantena: siamo molto concentrati a rispettare le regole per tutelare noi stessi e gli altri. Tuttavia i nostri pensieri vanno ai bambini, ai loro sentimenti, alle loro paure e alle possibili conseguenze di questo periodo di reclusione, senza scuola, senza passeggiate, senza amici e con un uso massiccio dei media.

Ci sembra importante poter segnalare alcune riflessioni e suggerimenti che la “Società Italiana per lo studio dello stress traumatico” rivolge ai genitori/cargiver sull’informazione mediatica di eventi potenzialmente traumatici/stressanti:

  • Le modalità con cui i media comunicano gli eventi stressanti hanno un potenziale confondente sui bambini se non viene adeguatamente spiegato.
  • Maggiore sarà il tempo di esposizione solitaria o non mediata dagli adulti e più alta potrebbe essere la possibilità di perdersi in pensieri negativi.
  • Possono aumentare paure e ansie o possono rappresentare occasioni per rivivere stati di paura, tristezza o solitudine vissuti in passato.
  • In alcuni casi possono attivare disattenzione, problemi d’irritabilità e/o sonno disturbato. Potremmo notare cambiamenti di comportamento anche a distanza di tempo o non necessariamente legati all’evento scatenante.
  • Queste reazioni variano a seconda dell’età, della sensibilità, della storia del minore e della qualità della relazione che hanno con i propri genitori o cargiver.
  • Essere esposti ad un evento traumatico non significa matematicamente esserne traumatizzati e ciascuno di noi può avere risorse psicologiche inaspettate e sorprendenti (soprattutto i bambini) a disposizione della propria tutela.

Cosa fare

  • Ricordarsi innanzitutto che stiamo parlando a menti in crescita e non a nostri pari (altri adulti).
  • Possibilmente usare un tono rassicurante.
  • Evitare preoccupazioni non realistiche, inutili o eccessive.
  • Limitare l’esposizione alla prolungata e continua narrazione, scegliendo orari, mezzi adeguati per acquisire informazioni in modo chiaro ed emotivamente più stabilizzante.
  • Guardare immagini e parlarne insieme oppure raccontare senza nascondere e senza indugiare su elementi spaventosi, può aiutare i minori a capire meglio cosa sta succedendo e a creare un dialogo nell’apprendere, capire e condividere pensieri, paure, preoccupazioni dal loro punto di vista.
  • Una narrazione reale e soprattutto non manipolata dalla politica o dai mezzi di comunicazione permette di mantenere il baricentro sociale e fa crescere.
  • I bambini più piccoli dovrebbero essere più protetti così come tutti i minori più vulnerabili: non sempre l’esposizione ai media è cosa necessaria, il bambino può essere informato correttamente anche in modo indiretto da adulti responsabili.

Inoltre

  • Trovate il tempo per stare lontano dai media ed occuparlo con altre attività insieme a bambini e ragazzi. Divertitevi a fare attività piacevoli insieme.
  • Spiegare con chiarezza i vantaggi dell’isolamento fisico che viene richiesto in termini di sicurezza per tutti NOI con una durata temporanea (“meglio seguiremo le regole tutti insieme e prima finirà l’emergenza”). In questo caso la condivisione allenta la tensione emotiva del dover stare lontano dagli amici o dai nonni.

Con i più piccoli

  • Essere disponibili al dialogo (“ne vuoi parlare? Hai voglia che parliamo di questo?”)
  • Non sottovalutare e legittimare i loro stati emotivi (“mi spiace che ti senti così…è proprio difficile questa situazione…”).
  • Accogliere tutti gli stati d’animo, anche quelli negativi (“mi sembra tu sia arrabbiato, triste, etc, è così?”)
  • In generale fare da “cassa di risonanza” dei loro bisogni emotivi.

Infine

  • Chiedetevi sempre come state, cosa provate. Osservate se c’è qualcosa che sta allarmando il vostro bambino, chiedetevi se voi stessi siete agitati e il bambino sta reagendo alla vostra agitazione/tristezza, o avete discusso di qualcosa con il partner, o avete la televisione accesa sul notiziario. I piccoli vivono di riflesso il vostro stress, i vostri umori, gli stati emotivi, i vostri cedimenti, le vostre ansie. Per questo è importante saper chiedere aiuto e farsi sostenere se noterete cambiamenti importanti o persistenti nei bambini/adolescenti, anche in termini di prevenzione rispetto a possibili disturbi successivi.
  • Non abbiate paura di affrontare insieme questo periodo critico: “Dobbiamo passarci in mezzo” (A caccia dell’Orso, M. Rosen, H. Oxenbury, Trad. it. C. Carminati, Ed. Mondadori, 2000). Insegniamo ai nostri figli ad affrontare le difficoltà che ci si presentano, insieme sarà meno difficile. Aiutandoci, sostenendoci e restando emotivamente vicini, in famiglia e nella comunità.

FABIOLA VITALI

Psicoterapeuta – Centro per le famiglie La Locomotiva