“Continuiamo a dare i numeri?” Editoriale Newsletter FoliasMagazine Settembre 2014

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“Continuiamo a dare i numeri?”

Editoriale FoliasMagazine n.8 – Settembre 2014

La lettura del rapporto sociale 2013 che abbiamo il piacere di presentarvi restituisce per intero ciò che noi siamo, ciò che facciamo con le persone e soprattutto qual è la nostra visione culturale ed operativa dei servizi sociali da noi gestiti, in convenzione con gli enti pubblici, nelle comunità in cui operiamo.

Tra le attività descritte in questo rapporto ci sono i cosiddetti servizi di secondo livello del sociale: gli interventi di promozione dell’agio e della partecipazione alla vita attiva dei giovani, le attività educative rivolte all’infanzia ed il sostegno alle famiglie, gli interventi di orientamento e di inserimento sociale e lavorativo per le fasce svantaggiate, gli interventi di prevenzione e sostegno alle tossicodipendenze.

Parliamo di migliaia di persone che, a vario titolo, sono stati coinvolti nel 2013 dai nostri servizi in varie province della Regione Lazio, attraverso: tirocini di lavoro, percorsi di sostegno psicologico, laboratori creativi e corsi di formazione professionale.

Raccontare il nostro lavoro solo con i numeri non si può. Mancherebbe la descrizione delle storie di vita, spesso articolate e complesse di tanta gente adulta che fa fatica, così come di tanti giovani che desiderano crescere, formarsi e fare esperienza attraverso le opportunità offerte dalla Cooperativa.
Mancherebbe la descrizione della delicatezza e della difficoltà del nostro lavoro. Di come ci sentiamo responsabilizzati e spesso impotenti nelle relazioni di aiuto, quando tante volte incontriamo persone, spesso con famiglie a carico, a cui cominciano a mancare i beni essenziali per vivere (casa, lavoro e vitto).

La nostra idea è che promuovere e rafforzare i servizi sociali corrisponda ad una politica fondata sui diritti e sulla giustizia sociale. Idea che si realizza attraverso un welfare in cui ci si occupa concretamente di salvaguardare i servizi di primo livello, legati al soddisfacimento dei bisogni primari dei cittadini, ma che si concretizza e si realizza pienamente solo attraverso un complesso sistema di interventi, in cui anche alle classi sociali senza reddito fisso, senza lavoro stabile e senza opportunità formative e di crescita formale ed informale, si garantiscono opportunità di cittadinanza attiva, di partecipazione, di formazione e di crescita.

Se lo Stato non farà questo le diseguaglianze sociali saranno solo amplificate nel nome della crisi e nel nome dei bilanci e della mancanza di risorse. Assisteremo così ad un impoverimento e ad una disgregazione ulteriore delle nostre città, in cui l’aggregazione e la partecipazione saranno considerate un lusso e le prestazioni sociali e sanitarie non saranno erogate secondo un diritto universalistico uguale per tutti i cittadini, ma saranno legate solo alla disponibilità di budget o verranno garantite solo ai cittadini in grado di essere solventi e/o coperti da assicurazioni private – Vedi la situazione attuale del Comune di Roma che per esigenze di bilancio ha tagliato pesantemente risorse ai servizi sociali.

Si aggiunga a questo che il sistema dei servizi, garantito spesso dalle prestazioni fornite dalle Cooperative Sociali in convenzione con gli enti pubblici, più che essere diventato quello che era nelle migliori intenzioni legislative dello scorso decennio, cioè un sistema integrato, sussidiario e di sostegno alle funzioni degli enti locali, si sta trasformando, di fatto, per molte istituzioni, in un sistema conveniente di “scarico“ dei problemi. Un sistema basato infatti sulla gestione dei servizi attraverso una delega al privato sociale che si dimostra anche più conveniente, poiché ha un costo economico inferiore rispetto a quello che si avrebbe attraverso la gestione diretta di servizi pubblici da parte delle amministrazioni comunali.

Nei nostri servizi gli operatori riescono a fatica a “tollerare“ mesi di ritardo nel pagamento delle prestazioni, e, paradossalmente la Cooperativa riesce, attraverso anticipi bancari e garanzie personali offerte dai propri soci, ad anticipare per gli enti locali risorse per sostenere le borse lavoro degli utenti e anticipi per gli stipendi agli operatori.

Folias, oltre ad essere una organizzazione sociale, è anche un’ impresa, che nel 2013 ha espresso una forza lavoro composta da 120 operatori tra soci, dipendenti e collaboratori.

Significativo anche il dato del 2013 relativo ai costi sostenuti per interessi bancari passivi dovuti ai ritardi di pagamento da parte delle pubbliche amministrazioni, ovvero a 54.000 euro!

Il costo annuo di due operatori sociali andato in fumo!

Crediamo pertanto che molto ancora vada chiesto alla politica ed alle istituzioni, affinché la nostra forza di impresa e le professionalità espresse dai nostri operatori non siano ulteriormente umiliate e precarizzate. Lo si può fare in tanti modi, e lo possono fare da subito le nostre reti locali di colleghi e politici dei Comuni e delle Asl e dei Distretti Socio Sanitari, partendo dalla lettura e dalla valorizzazione delle esperienze riportate in questo rapporto.

Niente è come sembra” è stato il titolo della scorsa edizione della Festa di Quartiere che, come ogni anno, Folias realizza a Monterotondo Scalo con l’idea di coniugare cultura e partecipazione attraverso la costruzione di attività concrete insieme ai giovani e ai cittadini.
Parafrasando il titolo della festa, è un po’ come voler dire che dalla lettura dei dati contenuti in questo rapporto vi invitiamo ad andare al di là dei numeri e capirne gli umori, a sentirne il sudore e ad apprezzarne la passione, la condivisione progettuale e la professionalità che sta dietro ai dati numerici.

Salvatore Costantino
Presidente Cooperativa Sociale Folias

Settembre 2014

 

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