ACCOGLIERE – RICONOSCERE – LEGITTIMARE
Appello alle istituzioni locali dei Comuni e
della ASL del Distretto Roma 5.1
per costruire procedure chiare di presa in carico affinché il diritto
all’accoglienza non sia negato alle persone che vivono per strada.
Negli ultimi mesi, nel solo distretto ASL RM5/1, hanno perso la vita diverse persone senza fissa dimora. Tre da Febbraio scorso a oggi. Sono uomini e donne finiti a vivere per strada per assenza di legami familiari stabili, per problemi legati all’uso di alcool e sostanze, o per avere perso il lavoro, vivendo in condizioni di povertà estrema e diventando così anche facili prede dello sfruttamento. Questo problema potrebbe aumentare nei prossimi anni interessando un numero maggiore di persone.
Queste persone spesso non riescono ad accedere ai servizi di cura e di assistenza sociale, poiché se ne ignora l’esistenza. Queste persone vanno invece accolte, riconosciute e legittimate perchè nessuno può permettersi di girarsi dall’altra parte.
Da diversi anni, come Cooperative Sociali Folias e il Cammino, gestiamo un servizio sanitario finanziato e autorizzato dall’Assessorato Regionale denominato “Progetto FORCE” che opera come unità di strada per la riduzione del danno.
Siamo attivi sul territorio della ASL RM5, ne conosciamo le strade, le colline, le persone.
Effettuiamo interventi sanitari e sociali allo scopo di diminuire gli effetti negativi di una condizione di dipendenza anche a senza fissa dimora.
Attraverso la nostra operatività siamo in grado di mappare i territori, le strade, i parcheggi abbandonati e riusciamo a lavorare in quei luoghi dove i servizi pubblici non arrivano se non attraverso la nostra presenza.
La nostra esperienza diretta ci porta ad affermare che oggi, nei Comuni della provincia a nord est di Roma, si sta assistendo ad un impoverimento progressivo e che i contesti territoriali si stanno modificando velocemente assumendo sembianze tipiche delle città metropolitane, senza però aver strutturato i servizi che le grandi città offrono.
Negli ultimi tempi abbiamo intercettato nuove fragilità. Donne e uomini che hanno perso il lavoro, gli affetti, le mura di una casa sono finite a vivere in strada. Abbiamo imparato a lavorare con loro, a sostenerle. Abbiamo trovato molte realtà che ci hanno aiutato in questo, alcuni comuni, le Caritas, la Croce Rossa, la Comunità di Sant’Egidio.
Siamo convinti che siano stati fatti molti sforzi, ma ancora tanto c’è da fare.
Occorre moltiplicare il nostro impegno. Stringente è il bisogno di attingere alle risorse e alle competenze di ognuno, dei cittadini, delle organizzazioni, delle associazioni, delle istituzioni, in un’ottica di collaborazione e condivisione che superi e integri le reciproche diffidenze e differenze.
Occuparsi di queste situazioni è questione pubblica che richiede il coinvolgimento di tutti ma occorre farlo da oggi, da subito e con rinnovato impegno.
Un primo passo per raggiungere questi obiettivi è disciplinare formalmente le procedure e i diritti degli utenti in tema di:
- Ottenimento della Residenza fittizia da parte degli uffici anagrafe
- Definizione delle procedure di presa in carico da parte del sistema socio/sanitario con il coinvolgimento dei servizi sociali, del pronto soccorso, dei servizi di assistenza sanitaria di base e di cura
- Definizione procedure chiare di gestione dei servizi di accoglienza gestiti dalle istituzioni e da parte del volontariato
Consapevoli che le stesse istituzioni locali stanno cercando nuove strategie operative, riteniamo che siano maturi i tempi per operare in maniera coordinata e sinergica per fronteggiare concretamente tali problematiche sociali.
Richiediamo quindi al Distretto Socio Sanitario RM 5.1 l’apertura di un tavolo di co-progettazione che coinvolga ASL e Terzo settore per la definizione di regole chiare di ingaggio e di coinvolgimento di tutti in un ottica di evidenza pubblica.
Roma 18.5.2020
“Progetto FORCE” – Coop. Sociali Folias e Il Cammino