Eccoci qui è arrivata la pandemia, e ora? E ora tutti a casa!
“Tutti a casa” mi ricorda un titolo di un vecchio film con A.Sordi che interpreta un sottotenente dell’esercito italiano il quale, dopo la confusione dell’8 settembre, essendo stato attaccato con il suo plotone dai tedeschi che credeva alleati e non avendo notizie e ordini, contatta al telefono il suo comandante al quale , sgomento ed incredulo, dice: “ comandante è successa una cosa incredibile i tedeschi si sono alleati con gli americani !” Segue poi un lungo viaggio dal nord al sud, tra paure di essere uccisi ed episodi di codardia, per tornare a casa.
In questo momento di paure e grosse incertezze, siamo tutti, chi più chi meno, alla ricerca dei nostri punti saldi, cercando un modo per ridare senso e significato agli aspetti della nostra vita.
Facendo questa riflessione ho capito che anch’io, come i miei colleghi siamo in questa situazione:
Come ritrovare il senso del mio lavoro senza lo strumento fondamentale di cui ci si avvale e cioè la relazione diretta con le persone?
La risposta che ci siamo dati è in questo post, nei social media, nei colloqui a distanza, nei video che stiamo facendo. In tutti questi interventi è possibile ritrovare il ruolo dell’educatore che, fondamentalmente, è il ruolo del “significante” cioè di colui il quale, nelle azioni quotidiane che si fanno (telefonare, fare post, scrivere, ma anche giocare, parlare, ascoltare, sostenere, aiutare, ecc.), ritrova e restituisce senso, significato educativo e valori.
L’essenza fondamentale dell’essere genitore è quella di essere educatore, ancor di più in questo periodo di #iorestoacasa vista l’assenza di tutte le altre “agenzie educative” (Scuola, associazioni, sport, parrocchie, ecc) che normalmente si affiancano in questo ruolo, di significante.
No, non sono impazzito o almeno credo, vi faccio un esempio per cercare di farmi capire meglio:
molti genitori si trovano in questo periodo ad avere molto più tempo per fare attività di gioco con i propri figli ( per ovvi motivi); ebbene attraverso queste e altre attività è possibile trasmettere senso e significati i più diversi e diametralmente opposti a seconda delle nostre scelte, del nostro modo di praticarle, del nostro livello di partecipazione, dei valori e dei significati che noi comunichiamo sia in modo verbale che in quello non verbale; così una stessa attività di gioco può assumere significati del tutto diversi:
- Gioco con te per evitare che mi smonti casa ma avrei tante altre cose più importanti da fare
Oppure
- Gioco con te perche devo o non ho altro da fare
Oppure
- Gioco con te perché la palestra è chiusa e non ho Netflix
Oppure ancora
- Gioco con te perché, avendone l’opportunità, mi fa tanto piacere, mi piace ascoltarti, perché tengo a te, alla nostra famiglia e la nostra famiglia rimane in casa perché rispetta le regole, ha rispetto per se stessa e per le altre persone tutte e fa parte di una comunità fatta di persone che sono importanti come lo sei tu, e via così……
Per essere un buon genitore/educatore insomma bisogna essere consapevoli dei messaggi verbali e non verbali che si mandano; è opportuno l’esempio, essere coerenti e autorevoli ma soprattutto è importante scegliere di trasmettere significati, valori positivi che diano senso alla vita e alla comunità.
Così anche noi, come il sopracitato protagonista del film, dopo lo smarrimento, la paura del contagio, la chiusura dei servizi e la perdita del contatto con le persone che seguiamo, abbiamo deciso di riprendere in mano il lavoro che ci piace con altri strumenti, riprendere la relazione d’aiuto con le persone del servizio, anche se a distanza, e tornare a fare ciò che da senso e significato alla nostra vita nella speranza che questo serva a tutti.
18/03/2020
CARLO POSSANZA – Coop. Il Pungiglione
Educatore – Centro per le famiglie La Lomotiva