Roberto

Roberto

Tutto un tratto un tempo sospeso, inaspettato e strano… e poi via via si fa avanti la consapevolezza che siamo in un evento storico, un taglio netto, una cesura di quelle che non lasciano più nulla come prima. Insieme l’ansia e la tristezza di quello che succede fuori, la nostalgia del contatto, dell’abbraccio, del bacetto di saluto, della stretta di mano e della pacca sulla spalla…l’imbarazzo e la malinconia… ma anche la comprensione di fronte a chi cambia marciapiede alla mia vista.. Ma poi insieme la scoperta di un tempo mio/nostro sottratto a una velocità innaturale che ci accompagnava ogni giorno, la scoperta di un’altra umanità possibile, l’emozione e la sorpresa di vedere un viso in un video come un’altra scialuppa nel mare agitato. La voglia e il tempo per sentire finalmente le persone a cui voglio bene, un “come stai” che dice di un pensiero, di un essere parte a cui forse avevo perso l’abitudine, finalmente “come stai” significa davvero “come stai”, c’è un mare comune da navigare, per quanto agitato sia. E poi piano piano il paniere sospeso, la ricerca di una vicinanza mutuale che accorci la distanza fisica, la commovente rivolta degli animali che si riprendono, fosse pure per un istante, il mondo, la necessità di pensare con altri per rintracciare un “noi “ più largo in questa vicenda che assomiglia a un film di fantascienza . La sensazione forte di un virus come un monito che ci/ti dice cambiare è urgente…anzi che cambiare è l’unica urgenza, il bisogno impellente di una nuova umanità di un nuovo modo di declinare l’esistenza, di non farsi più rapire dai “signori grigi”, e una promessa: da ora in poi padroni delle nostre vite, aspetto il futuro con la rabbia e la gentilezza indispensabili.

Roberto

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